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La visione indiretta della scrittura letteraria permette di scorgere e di raffigurare ciò che sfugge allo sguardo diretto, troppo scoperto e vulnerabile. Edgard Allan Poe lo dice attraverso Auguste Dupin. Italo Calvino (nelle sue "Lezioni americane") considera lo sguardo indiretto della letteratura come l'unica "possibilità di salute" contro l'"epidemia pestilenziale" che ha colpito l'umanità nella facoltà che più la caratterizza, "una peste del linguaggio" che si manifesta come omologazione, automatismo, appiattimento non solo dell'espressione verbale, ma della vita stessa e anche dell'immaginazione e del desiderio. Nel romanzo di Orwell "1984" la scrittura letteraria risulta l'ultimo baluardo alla "Newspeak", la lingua che tutto omologa e valuta in termini di produttività, ma che non riesce a tradurre le opere letterarie, sicché la sua messa in vigore ufficiale è rinviata al 2050.